Salon Martel - cast glass

VETRO DI COLATA TRA ARTIGIANALITÀ E ATTENZIONE PER IL DETTAGLIO.

IL PROGETTO PER IL SALON MARTEL DI PARIGI.

Il Salon Martel, un luxury retail parigino di pelletteria, è ormai prossimo all’inaugurazione in rue François 1er. Alexandra Martel, la proprietaria, è una giovane donna molto attenta al dettaglio e le sue creazioni, anche grazie a macchinari ultratecnologici, sono rifinite a uno standard elevato che compete agevolmente con quello delle maggiori maison di moda che rendono la città francese la capitale del settore.
Il marchio segue un percorso pseudo-etico che, pur lavorando pellame, è orientato all’utilizzo senza scarti. Sebbene per una borsa, ad esempio, venga identificato il punto esatto della pelle da utilizzare, il restante, oltre a essere impiegato per i dettagli quali i manici e la piccola pelletteria, viene in ultima istanza inviato alle scuole affinché gli studenti possano sperimentare durante i laboratori didattici.
Nel 2024, lo Studio Voltaire, studio di architettura che mi aveva conosciuto per i miei lavori per il Gruppo LVMH, mi ha commissionato dei campioni per realizzare dei pezzi di arredamento del Salone. Si trattava di due pareti scorrevoli leggermente arcuate che sarebbero state montate in un’area della boutique.Salon Martel - cast glass
Il progetto prevedeva che le pareti, larghe non più di un metro e sessanta centimetri, fossero composte da diciassette colonnine di vetro per lato, dell’altezza di tre metri e trenta e molto esili. Queste dovevano essere realizzate in vetro e avrebbero contenuto al loro interno un’anima in acciaio inox a fargli da asse. A comporre le colonne, dei pezzi di vetro colato di misura variabile, dai trentotto ai settanta centimetri. Inoltre, era prevista l’elettrificazione del binario su cui sarebbero state montate le pareti al fine di poterle aprire e chiudere in modo automatizzato.
In fase progettuale e di campionatura, abbiamo deciso di realizzare le colonnine a pezzi, data l’altezza, e in due mezzi gusci da unire in fase di montaggio.
Come Benvenuto Mastri Vetrai non mi occupo internamente di vetro di colata, detto anche cast-glass, e quindi ho contattato la Vetreria San Giuseppe di Piombino Dese che mi ha supportato nella realizzazione dei campioni, prima, e della commessa, poi.Salon Martel - dettaglio - cast glass
Nella fase di campionatura, la committenza ha richiesto diversi prototipi: in cristallo, in cristallo con le bolle, in color ambra chiaro e in altri colori. Ci sono voluti diversi mesi e diverse prove, di vetro in sé e di vetro assemblato, per giungere alla scelta finale che ha visto propendere per un cristallo trasparente con bolle e dalla superficie molto corrugata e plastica. Verso la fine di febbraio 2025 abbiamo prodotto il mock-up di una colonnina a grandezza naturale.
La presenza delle bolle nel cristallo non è naturale e, per questo, se commissionata, va creata appositamente. Il pericolo è che si creino troppe o troppo poche bolle o, anche delle antiestetiche ombreggiature. Il vetro di colata viene versato a mano da mastri vetrai esperti, ma rimane pur sempre un’attività manuale e perciò caratterizzata dall’artigianalità. Per creare le bolle definitive, da uno a tre millimetri di diametro ciascuna, si è versato il vetro a filo in modo che imprigionasse dell’aria all’interno, ma lo stampo è stato modificato più volte per ottenere quello della forma giusta e anche la scelta del vetro è stata oggetto di prove, dal vetro più duro alla modifica della temperatura in cui viene versato, all’oggetto utilizzato per versarlo, mestolo o ferro.
Il lavoro di campionatura e di studio si è rivelato un momento di formazione per assicurare che tutti i pezzi di vetro venissero, poi, tutti lavorati nello stesso modo.
Dopo alcuni mesi, ho avuto l’opportunità di conoscere personalmente la committente a Parigi. Dotata di un grandissimo gusto estetico è anche una persona di precisione assoluta, che rifletteva la sua indole anche nelle richieste relative alla commessa. Ma, nel vetro artigianale è difficile riprodurre a mano con la stessa precisione in termini millimetrici. Questione risolta con un invito per una visita in fornace, in occasione degli ultimi campioni, nella quale la committenza ha potuto vedere con i suoi occhi come stessimo procedendo alla lavorazione. Affascinati dalla colata di vetro incandescente hanno compreso meglio le modalità di realizzazione dell’opera e, dopo un’ultima campionatura, dato conferma per la produzione e conseguente installazione, avvenuta proprio in questi giorni a Parigi. Salon Martel - cast glassIl montaggio sul binario scorrevole curvato prevedeva dei fori a nove centimetri l’uno dall’altro che avrebbero permesso il fissaggio, a una a una, delle colonnine. La colonna in vetro avrebbe lasciato scoperti gli ultimi sei, sette centimetri in alto dov’era presente la filettatura che ne permetteva il bloccaggio. Inoltre, per ancorarle alla base ho fatto curvare un piatto in inox spesso due centimetri e largo tre con tutti i fori corrispondenti a quelli del binario superiore, dove l’acciaio della colonnina poteva essere bloccato impedendo l’oscillazione al movimento.
Non ci rimaneva altro che volare a Parigi per mettere in opera la nostra creazione e assicurarci che tutto funzionasse a dovere.
Un’opera, pur essendo curata nei minimi dettagli, come in questo caso, nasconde sempre un alone di incertezza che verrà dissipato solo con la definitiva installazione. Solo al termine di quest’ultima potremo davvero dire che ce l’abbiamo fatta a dare forma all’idea.
E questa certezza l’abbiamo avuta alla fine del lavoro di montaggio, non privo di difficoltà, dalla radiosa espressione di felicità di Alexandra quando ha visto per la prima volta l’opera completata.